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Friday, November 20, 2020

Know Your Faith and Be Saved!

 


Domenica – Cristo Re

22 novembre 2020 – Neuhausen

Ez. 34: 11-12, 15-17

1 Cor. 15: 20-26, 28

Matt. 25: 31-46

 

Sia lodato Gesù Cristo!

        Credo di aver trovato la spiegazione più chiara e forse più profonda del messaggio di questa 34ª Domenica, l’ultima del tempo ordinario per l’anno 2020, questa domenica dedicata a Gesù Cristo, Re dell’Universo. Il senso della festa si trova nelle parole della Preghiera dopo la Comunione di oggi:

        “O Dio nostro Padre, che ci hai nutriti con il pane della vita immortale, fa’ che obbediamo con gioia a Cristo, Re dell’universo, per vivere senza fine con lui, nel suo regno glorioso.”

        Ecco! Una supplica positivissima, che alla luce del nostro destino in eterno svela il senso della nostra vita già qui sulla terra! Siamo preziosi negli occhi di Dio ed Egli vuole grandi cose per noi. Basta corrispondere come ci vuole in obbedienza al Suo grande amore da sempre.

        Vale la pena dire proprio e forse solo quello, per disarmare tanta gente che si mette in guardia contro l’insegnamento tradizionale della Chiesa sull’Ultimo Giudizio. Bisogna capire la volontà di Dio per noi, soprattutto per quanto riguarda il nostro destino dopo la morte e poi alla fine dei tempi. Tanta gente è così prevenuta, che si domanda sé e che cosa essi cercano da Dio e dalla Sua Chiesa. Dall’altra parte, questa situazione non deve sorprendere, dato che v’è nel mondo di oggi solo poca gente che conosce la fede, che riflette sul messaggio del Vangelo, che magari coltiva buona lettura Cattolica. Non pochi attorno a noi si chiamano Cattolici, però non hanno mai preso il tempo per approfondire la loro conoscenza della fede del loro battesimo, non prendono tempo nemmeno per programmi buoni alla radio o in TV o sull’internet. Purtroppo per molti, a parte della scuola di religione che hanno fatto come bambini o come giovani, resta praticamente se caso mai la predica di domenica per la loro formazione spirituale, cioè per approfondire la loro fede come adulti. Si ingannano purtroppo se pensano di fare abbastanza per coltivare una fede viva e adulta.

        Perché non basta solo la Messa di domenica? A che serve per istruirci nella fede un’omelia di domenica, cioè questi 10 minuti scarsi? V’è chi risponde, forse sì, servono a poco, ma non ho tempo ed è meglio di niente! Il prete deve fare il suo meglio e accontentarsi a vederci ogni domenica. In quel caso si può domandare, che cosa sia il compito del sacerdote nella Liturgia della Parola della Santa Messa di Domenica? La risposta ovvia sarebbe che il sacerdote ha l’obbligo di cercare almeno di chiarire le idee per tutti presenti in chiesa, di correggere qualche errore, di edificare, di incoraggiare. Cioè, almeno quello devo offrire alle persone che vengono a Messa.

        Se la Messa Domenicale è fonte e culmine della vita cristiana, allora la predica deve servire lo stesso scopo della Messa, che sta al centro della nostra vita Cattolica. Come sacerdote, devo preparare chi mi ascolta per poter vivere il Vangelo il meglio possibile durante la settimana là nel mondo dove si trova: in famiglia, a lavoro, per strada. Con le mie parole devo cercare di chiarire la nostra identità come Cattolici in Cristo presente e attivo nella nostra vita particolare.

        Il messaggio prende le letture del giorno della Messa come punto di partenza. Sarebbe bello di aver un manuale per aiutarci a fare questo compito in modo sistematico e completo nel corso dell’anno. In seguito al Concilio di Trento vi è stato aggiunto al vecchio Catechismo una guida per i parroci, indicando i passaggi del Catechismo da spiegare per ogni domenica dell’anno. Nel corso di un anno i fedeli potevano ricevere istruzioni negli elementi essenziali della fede Cattolica. Magari se avessimo un tale sussidio ancora oggi! Con la riforma del lezionario non hanno mai aggiornato quel sussidio.

        Per certe feste dell’anno, p.e. a Natale, per Pasqua, o per Maria Assunta, il compito del sacerdote portava e porta tuttora sul tema appropriato alla festa, cioè alla spiegazione del mistero della fede celebrato in quel giorno. Come p.e. oggi per Cristo Re, tocca a me di gettare luce su questa festa che conclude l’anno liturgico. La festa di Cristo Re comporta una riflessione sul grande giorno dell’Ultimo Giudizio, quando noi tutti ci troveremo, alcuni magari ancora vivi, altrimenti tra quelli che fanno parte della grande schiera degli uomini di tutti i tempi, richiamati dalla tomba alla fine dei tempi, risorti e stando tra terra e cielo davanti al Re, Cristo Giudice. La Santa Messa nel giorno di Cristo Re ci mette di fronte al grande mistero del destino della razza umana, chiamata a vivere in eterno con Cristo Dio, cioè secondo il caso, o in gioia come le pecore alla sua destra, oppure condannata all’inferno, cioè a stare lontano da Lui nel fuoco eterno come le capre alla sua sinistra. Saremo giudicati sul grande comandamento dell’amore verso il prossimo.

        Apprendiamo dalla prima lettura di oggi dall’Antico Testamento, dal profeta Ezechiele, che già allora Dio si rivelava al Suo popolo come il buon pastore. Se il discorso sul Giudice Re fa scomodo, restando sull’immagine delle pecore e capre, riflettiamo su quello che Dio fa per amore del suo gregge:

        “Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. A te, mio gregge, così dice il signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.”

        Se vogliamo o no, così siamo. Dobbiamo sottoporci al regno, al giudizio del Buon Pastore. Dobbiamo lasciare regnare Cristo per primo e al di sopra tutte le cose nella nostra vita. Perché? Perché solo Lui e nessun’altro in questo mondo si occupa di noi, non solo oggi ma per sempre e per l’eternità, proprio per la grandezza della nostra natura umana redenta in Lui. Siamo qualcosa meravigliosa nel piano creativo di Dio. A dispetto dei peccati nostri, il Padre Eterno ha scelto di salvarci attraverso la morte in Croce del Suo Figlio. Siamo redenti e se obbediamo con gioia a Cristo, possiamo vivere e regnare con Lui, seduti con Lui sul Suo Trono in gloria.

        A volte in questa domenica di Cristo Re, i predicatori esortano i fedeli ad un esame di coscienza nel quadro dell’anno liturgico che si conclude. Sarebbe una buona cosa, ma oggi mi sta più al cuore di incoraggiare, sì, di convincere i miei ascoltatori della profonda verità che abbiamo la nostra ricompensa per aver chinato il capo davanti al Re, per aver abbracciato in obbedienza la Sua legge eterna. Facciamolo in riconoscimento del Suo amore salvifico per ciascuno e ciascuna di noi. È Gesù che ci dà vita ora e per sempre, vita in abbondanza.

        Torno alla Preghiera dopo la Comunione:

        “…nutriti con il pane della vita immortale, fa’ che obbediamo con gioia a Cristo, Re dell’universo, per vivere senza fine con lui, nel suo regno glorioso.”

        Sia lodato Gesù Cristo!


PROPERANTES ADVENTUM DIEI DEI


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