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Tuesday, January 30, 2018

At the Heart of the Gospel


Solennità – San GIOVANNI BOSCO, sacerdote 
100 anni presenza salesiana in Ticino 
31 gennaio 2018
Ezechièle 34, 11-12.15-16.23-24.30-31
Filippési 4, 4-9
Matteo 18, 1-6.10


Sia lodato Gesù Cristo!

San Giovanni Bosco è uno dei grandi, diciamo, che ci spingano proprio a riflettere sull’essenziale della vita cristiana. Come leggeva don Bosco, così tanti anni fa, le implicazioni perenni del Vangelo di Cristo per il mondo? Possiamo tirare dalla visione del Santo qualche avvertimento per noi oggi qui in Ticino?

Come aveva capito don Bosco la fede cattolica vissuta, quale perla preziosa e irrinunciabile per la vita umana e cristiana?  Che cosa era l’essenziale nella chiamata di Dio a Giovanni Bosco? Troppi oggi si fissano sull’aspetto ufficio/autorità, gerarchia direi, quando invece il vero spirito Cattolico si incentra idealmente sulla famiglia, oppure, come ci insegna il santo fondatore, sul riscatto della gioventù sprovvista di famiglia, per risarcire gli strappi della vita. Il compito salesiano è di promuovere la piccola famiglia e aiutare quelli costretti di crescere senza famiglia di poter ricuperare il progetto di matrimonio e famiglia o, Dio piacente, la vocazione all’apostolato e al sacerdozio. Il carisma salesiano è realista, tutt’altro che periferico al compito principale che Gesù ha affidato alla Sua Chiesa.

Credo che le letture dalla Sacra Scrittura per la festa possono offrirci delle spunte concrete per una riflessione breve, sì, ma non di meno utile per noi, giovani e adulti e proprio secondo la mente di San Giovanni Bosco. Che cosa dice la liturgia di oggi del genio o del insight salesiano, applicabile per me e per il mio prossimo nella ricerca di dirigere la nostra vita verso Dio in Cristo Gesù? Per questa riflessione, mi sono incentrato su una frase dalla seconda lettura, cioè, dalla lettera di San Paolo ai Filippesi:

“Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.”

Vivere in questo mondo senza angustie cioè con gioia! Come possiamo vivere bene in questo secolo, senza cedere allo scoraggiamento, senza rassegnarsi alla noia o alla tristezza? Questo si fa vivendo ogni momento della nostra vita con i nostri cuori e pensieri ben custoditi in Cristo Dio. Secondo la classica definizione della preghiera, dobbiamo vivere ogni momento con mente e cuore elevati a Dio. La vera vita si scopre e si conduce pregando. Senza immersione completa in Cristo Dio siamo estranei, stiamo fuori nel buio. Non lo stacco ribelle e arido, ma lo scambio interpersonale ancorato in Dio porta la gioia, la serenità.

La buona novella per il mondo è che l’essenziale nella vita è di sentirsi voluto bene e di voler bene agli altri, pensando specialmente a chi si trova a rischio o sprovvista di quella ricchezza interna che è l’amore di Dio. Per via di un esempio: non tanto tempo fa, ero distratto durante la celebrazione della Messa in una grande chiesa parrocchiale: mi stuzzicava qualche movimento non usuale o fuori posto nelle panchine. Di abitudine, cerco di concentrarmi in preghiera e non mi fisso sulla congregazione. In ogni caso, mi sembrava che la distrazione veniva da due giovanotti a metà indietro nella navata che andavano e venivano dal fondo della chiesa. Pazienza! Al rinfresco dopo nella sala parrocchiale, mi sono accorto che si trattava di un giovane papà, con il suo figlio adolescente, quasi grande come lui. Il figlio essendo autistico non riusciva a stare fermo nel banco. Come ho potuto constatare poi dopo la Messa, nonostante tutto il movimento la cosa andava bene: il figlio assisteva come poteva alla Messa e con il sostegno del suo padre anche al rinfresco riusciva a mettersi in un rapporto socievole con gli altri presenti. Il figlio capiva e godeva tutto, anche se a volte, stringendo fortemente al suo padre per poter domare le sue emozioni. Noi altri, riusciamo a mascherare più o meno i nostri sentimenti ma sotto-sotto nell’incontro con gli altri non siamo meno eccitati del figlio autistico.  Abbiamo tutti bisogno di sostegno. L’essenziale nella vita è di sentirsi voluto bene e di voler bene agli altri, pensando specialmente a chi si trova a rischio o sprovvista di quella ricchezza interna che è l’amore di Dio.  
   
Forse il pascolo e le pecore non ci interessano tanto, ma la prima lettura dal profeta Ezechiele illustra bene la premura di Dio per noi altri. Indica che come attori, agenti liberi nella vita, la nostra carità, il nostro impegno o investimento personale verso chi fa parte della nostra vita è chiave. San Giovanni Bosco e i suoi si sono sempre dedicati all’orfano, all’abbandonato, allo sprovvisto dell’affetto necessario per fiorire nella vita. Solidarietà sembra una parola vuota, ma non è affatto.

“Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.

Il Vangelo pone la questione in estremo. Può darsi che le nostre angustie provengono dal disprezzo degli altri, ma può darsi anche che si tratta soprattutto dell’incertezza provocata dall’indifferenza degli altri nei nostri confronti. In questo senso, si parla spesso della cultura della morte, che in casi estremi, ma troppo frequenti oggi, rifiuta e uccide il bambino, che fa fuori l’handicappato e che elimina l’anziano ammalato. Ma il nostro compito come battezzati, il genio salesiano è di far campare la gente, specialmente la gioventù. E questo si fa attraverso un atteggiamento radicale, fondamentale di stima per chi mi sta accanto. Il doppio comandamento dell’amore di Dio e del prossimo!

È caratteristico dei salesiani dappertutto nel mondo che siano simpatici. Non c’è male in questo se si capisce che in fin dei conti si tratta della via per scoprire la faccia del Dio Unico, Vivo e Vero in Cristo, che ci ama senza riserve!

“Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.”

Sia lodato Gesù Cristo!




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