2 novembre 2015
Commemorazione di Tutti i Fedeli
Defunti
Isaia 25, 6a.
7-9
Romani 8,14-23
Matteo 25,31-46
“L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la
rivelazione dei figli di Dio.” (dalla Seconda Messa, Lettura ai Romani)
“I
Santi” (la festa di ieri) meritano una solennità nel calendario liturgico; essi
ci ispirano per parole e per esempio di capire meglio che significa essere
figlio di Dio, andando verso Cristo, attirandoci nel loro seguito. “I Morti”
(oggi) invece hanno come festa solo una commemorazione; è un altro tipo di
celebrazione liturgica oggi. Va notato che dopo Natale, però, oggi è l’unica
occasione nell’anno liturgico quando il sacerdote è autorizzato a trinare, ad
offrire il Sacrificio Eucaristico tre volte nello stesso giorno. Oggi si
intende in suffragio per i cari defunti: la prima Messa per tutti, poi l’altro secondo
la mente del Santo Padre, e in fine la terza per i suoi morti, cioè applicata l’intenzione
a scelta dal sacerdote celebrante. Questa nostra seconda Messa è per i defunti
secondo la mente di Papa Francesco.
È più
che giusto pregare per i nostri morti, non solo oggi e non solo durante il mese
di novembre, ma incessantemente. Questo è un obbligo di amore verso loro e
verso Gesù Cristo, Nostro Signore e Nostro Dio. Questo esercizio ha merito presso
Dio non solo per quelli che ci hanno preceduto nella fede, per affrettare la
fine delle loro sofferenze in Purgatorio, ma anche per noi. Si tratta di un
insegnamento, di uno sprono ai battezza di vivere non solo per oggi ma soprattutto
per l’eternità nella comunione dei santi, con Dio nella gloria. La commemorazione
di tutti i defunti ci aiuta a capire meglio la nostra natura umana alla luce
della grazia che ci salva; siamo motivati a vivere la carità cristiana, che non
arde mai abbastanza nei nostri cuori. Il messaggio non potrà essere più
schietto o più chiaro: non facciamo mai abbastanza nella sequela di Gesù; dobbiamo
sforzarci di più per poter stare alla destra all’Ultimo Giudizio davanti al Re.
Chi è mai partito da questo mondo senza bisogno di purificare i suoi sentimenti,
senza dover riparare danni fatti verso Dio e verso il prossimo, danni o
dispetti fatti per pensiero, parola, opera o omissione? Purgatorio, purtroppo,
è per molti il comune destino al momento del Giudizio particolare. Dobbiamo
pregare per affrettare il loro entro nel Regno dei Cieli.
“L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la
rivelazione dei figli di Dio.”
Il nostro è un mondo che prega
poco, e che pertanto non conosce il Dio rivelato in Cristo che ci ama così
tanto a dare il Suo unico Figlio per la nostra salvezza eterna. Per amore, la
nostra preghiera di intercessione e di supplica è il nostro debito agli altri,
nostri parenti, amici, conosciuti e sconosciuti, affinché questo mondo si salva;
il nostro buon esempio di vita vissuta comunica ad altri la nostra consapevolezza
della traiettoria giusta della vita cristiana, che rispecchia la perfezione di
questa “ardente aspettativa della creazione”, di cui S. Paolo parla ai
Romani.
Vivere come se Dio non fosse
fanno molti; questi non si interessano per le nostre prediche. Si spera, però, che
la nostra preghiera e la nostra testimonianza di vita tocchi questi cuori di
pietra e che ci salvano dalla dannazione eterna. Offriamo il Santo Sacrificio
per chi, senza peccato grave, ha lasciato questo mondo ancora bisognoso di
purificazione.
Affidiamo tutti, e oggi
soprattutto le anime di Purgatorio, alla Madre di Dio, Maria Santissima, che
nella sua materna bontà, stenda il suo mantello protettivo sopra i suoi figli!
REQUIEM
AETERNAM DONA EIS, DOMINE!
ET LUX
PERPETUA LUCEAT EIS!
REQUIESCANT
IN PACE!
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