Alleluia! Cristo è risorto! Si! È veramente risorto!
Per noi Cattolici del rito romano, a Pasqua torna alla
liturgia il canto di “Alleluia”; la rubrica antica prevedeva l’introduzione del
canto alla Vigilia Pasquale dal celebrante principale. Per i nostri fratelli e
sorelle Cattolici del rito bizantino, in questo stesso senso nella Vigilia di
Pasqua si mette l’accento sullo scambio entusiasta tra celebrante e popolo:
“Cristo è risorto! Si! È veramente risorto!” Tutte e due usanze si intendono
come gride di gioia e la gioia è sempre quella nostra nella vittoria di Cristo.
Auguro a tutti il godimento in pieno della vera gioia pasquale, domandandomi
allo stesso tempo che cosa posso fare io per facilitare una vera e propria
scoppiata di quella gioia in tutti voi qui presenti in questo giorno di luce e
di speranza. Parlo così perché so che non tutti capiscono il vero senso della
gioia che è nostra nella Risurrezione di Gesù dai morti.
In questa nostra vita sono troppe le angustie, le
preoccupazioni. In che cosa possiamo o dobbiamo gioire? Come si fa, non dico
per eliminare le croci che ci spettano in questo mondo, ma come si fa per dare
il sopravvento alla gioia vera e duratura in noi, i battezzati, gioia grazie
alla Risurrezione di Cristo, il messaggio lieto di Pasqua? Per una risposta a
quella domanda mi lascio ispirare da due versetti dalla prima lettura di oggi
dagli Atti degli Apostoli che formano il mio punto di partenza per la mia
ricerca delle fondamenta della gioia pasquale:
“E ci ha
ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei
vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa
testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo
del suo nome.” (At 10,42-43)
La parola chiave qui è “giudice”, una parola o un impiego
non senza ambiguità oggigiorno. Si può dire che parlare di Cristo Giudice non è
percepito in senso positivo e sicuramente non se ne parla in congiunzione con
la solennità di questa domenica di primavera, soprattutto tenendo conto dell’impressione
che molti hanno della Festa di Pasqua. È già molto, per dire così, se a Pasqua si
riesce di incentrare il discorso sulla vittoria di Cristo sulla morte e sul
peccato.
Credo pertanto molto importante questa prima lettura,
dove abbiamo sentito che il Cristo Risorto dà ordine ai suoi, ai testimoni della
sua risurrezione dai morti, di annunciare il Cristo Risorto proprio come
giudice costituito da Dio. La gioia del discorso Pasqua e Risurrezione non risulta
dal semplice fatto del ritorno alla vita del tanto amato Gesù. No, la vera e
piena gioia risulta dalla retta ordine riportata al nostro mondo e della quale
noi siamo partecipi. Di Pasqua e della vera gioia pasquale non se ne parla senza
aver presente l’Ultimo Giudizio dei vivi e dei morti alla fine dei tempi.
Di trovare gioia nel giudizio proclamato su questo mondo
non sembra una cosa ovvia. Perché? Il problema risulta meno dalla parola “giudice”
come tale, ma piuttosto dal suo significato applicato; cioè la difficoltà
risulta dal nostro uso comune della parola giudice. Pochi vedono nel giudice
civile il garante di qualcosa, cioè garante o difensore della giustizia vera e
propria. L’impressione è che il giudice sia poco più di un arbitro per casi
contenziosi: sovrano nel pronunciare sentenza, forse sì, ma forse meno percepito
come rifugio o consolatore in verità delle persone indifese.
Di poter aggiungere il componente giudizio alla Pasqua è
cruciale, perché dobbiamo vedere la Risurrezione di Gesù non come fatto in sé,
tanto voluto certo da Dio Padre e dai discepoli del Signore ai quali il Cristo
morto in Croce è mancato molto, ma per vedere la Risurrezione di Gesù come
vittoria ultima e definitiva nel suo contesto cosmico ed universale, cioè al di
là della persona amata del Signore. Nel caso del lieto annuncio della Pasqua, non
si tratta di un semplice ritorno alla vita materiale nello stesso senso che
Gesù ha risuscitato Lazaro, facendolo uscire dalla tomba, e neppure nel senso
della restituzione vivo alla vedova di Naim del suo figlio unico morto così giovane,
e nemmeno nello stesso senso che Gesù ha fatto alzare la ragazzina dodicenne,
ridandola viva e sana ai suoi genitori. No, Pasqua, la Risurrezione di Gesù è
la vittoria del Figlio dell’Uomo, è un’altra cosa; in Lui, Dio fatto Uomo, si
tratta proprio della nostra vittoria una volta e per sempre sul peccato
originale di Adamo e in conseguenza della vittoria sulla morte eterna.
A causa del peccato di Adamo, si può dire che noi eravamo
tutti portati alla luce del giorno in questo mondo portando le catene, legati così
al diavolo e lontani da Dio. In questo si vede la necessità e l’urgenza del
battesimo per noi come neonati. Per il nostro battesimo nella morte in Croce di
Gesù e per la sua Risurrezione dai morti nel terzo giorno, il Giudice dei vivi
e dei morti ci ha slegati; ci ha liberati una volta e per sempre dal potere
degli inferi per vivere con Lui in eterno.
“E ci ha
ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei
vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa
testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo
del suo nome.”
Oggi nel giorno di Pasqua, fissando il nostro sguardo
nella fede su Cristo Giudice possiamo comprendere il vero senso della gioia
pasquale. Con il Suo Sangue Gesù ha pronunciato sentenza definitiva e senza
appello su questo mondo, rendendoci liberi in Lui. Alleluia! Si! È veramente risorto!
Si! Dobbiamo festeggiare oggi. Ma mi domando come la
gente si intende la parola “festa” nel senso cristiano del mistero che
celebriamo oggi. Come l’associazione con il concetto di giudice e di giudizio,
non è una cosa tanta ovvia. Bisogna apprendere l’arte della festa cristiana,
perché non è una cosa puramente umana; è un gusto coltivato come il gusto per
fuochi di artificio è un gusto coltivato. Basta pensare a quanto sono
terrorizzati i bambini e non solo dalla prima esperienza di queste scoppiate.
V’è qualcosa di simile nel godimento del mistero pasquale.
La mia preghiera è che una comprensione giusta della
nozione di Cristo Giudice e della sua vittoria sul peccato e sulla morte per
noi potrà rendere ciascuno di noi, rinati nelle acque del battesimo, più
consapevoli dei motivi che sono nostri per gioire in questo giorno della nostra
salvezza.
Alleluia! Cristo è risorto! Si! È veramente risorto!
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