Wednesday, May 31, 2017

Visitation Feast and Jubilee in Cademario, Ticino

La Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria
Nell’anno del XXV di fondazione
del Monastero Santi Francesco e Chiara di Cademario
31 maggio 2017
Zep 3:14-18a
Rom 12:9-16
Lk 1:39-56


Sia lodato Gesù Cristo!

“E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".

Credo che si può dire che un giubileo d’argento rappresenta una specie di conferma o verifica, nel vostro caso, del beneplacito, del favore di Dio nell’avventura intrapresa dalle Clarisse qui un quarto secolo fa. Si! Dopo 25 anni possiamo dire che Dio lo ha voluto questo nuovo monastero! Anche se dicendo una cosa del genere dobbiamo tremare un poco. Diciamolo pure con timore nella Festa della Visitazione, che offre un contesto interessante ed utile per riflettere sulla centralità di noi altri nel piano divino per cui si serve dei suoi piccoli o nel vostro caso, delle sue piccole ancelle, "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva…” Si, anche in questo monastero e nei suoi 25 anni di vita, al centro si vede il ruolo chiave delle piccole serve per il bene del mondo, cioè il vostro ruolo al centro del piano di Dio per la salvezza del mondo al di là della clausura.

“Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi.”

Così dice San Paolo ai Romani. Se vogliamo che l’opera sia del Signore, se vogliamo che la cosa prospera, che cresca all’onore di Dio e per la salvezza della gente vicina e lontana, dobbiamo piegarci. Parlando dell’umiltà delle sue serve, si tratta della virtù che ha fatto grandi le piccole donne di tutti i tempi nella Chiesa, donne come Chiara di Assisi o la sua figlia spirituale, Sant’Agnese di Boemia. Il vero centro dinamico del nostro mondo cristiano si svela nel nascondimento. Il giardino chiuso del monastero, la fontana sigillata è il vero centro del mondo e non la piazza pubblica, l’Areopago. La vera opera di Dio si svolge piuttosto a Nazareth, in En Karim, a Betlemme. Quello nascosto dal grande pubblico è il vero palcoscenico delle grande cose di Dio nel Suo Figlio Gesù.

Il gioioso mistero della visitazione inquadra forse meglio di qualsiasi altro avvenimento il nostro ruolo nel piano di salvezza. Ancora e per sempre abbiamo nella testimonianza di Santa Thérèse de Lisieux chiarezza circa l’unica cosa di importanza nella vita di una persona battezzata e per forza nella vita di una suora di clausura. Per quanto può sembrare un controsenso, il dialogo tra Maria, Madre del nostro Dio, Gesù il Salvatore, e Sant’Elisabetta, madre di Giovanni, il Suo precursore, è più che significante, cioè lo scambio tra queste due donne in presenza dei loro figli non ancora nati è quello che conta in fin dei conti. In loro, in queste due donne che hanno accettato la vocazione alla maternità fuori dal corso del normale (Elisabetta, nonostante l’età avanzata, e Maria per la grazia dello Spirito Santo), viviamo il pieno significato di una vocazione divina. In queste due donne, noi vediamo l’umanità perfettamente realizzata nell’accogliere senza riserve la loro vocazione.

"Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente.”

Nel mondo anglofono dei blog cattolici oggi, si parla molto di quello che si chiama “The Benedict Option” (l’opzione di Benedetto), titolo di un libro di un giornalista americano. Sovente il libro è interpretato come una ricetta fuga mundi per laici, per sottrarsi dal mondo di oggi e stabilire casa per la famiglia nei pressi di un monastero. Per diversi motivi, sono in molti quelli che non credono giusta o adeguata la cosiddetta opzione di Benedetto, cioè per laici sposati di sottrarsi da questo mondo secolarizzato per guadagnare il cielo per se stessi e per i loro figli. In effetti, è anche vero che il nascondersi, il sottrarsi dal mondo esteriore non porta con se per forza quel raccoglimento quel incentrarsi su Dio che potrà salvare.

Ho sentito la testimonianza di una giovane famiglia che in pochi anni di matrimonio ha cambiato casa sette volte nella ricerca della parrocchia e della scuola cattolica ottimale per dare ai loro figli le migliori possibilità per crescere nella fede. Adesso che si sono rasserenati, i genitori concedono che questa avventura è stata piuttosto disperata e non di Dio. Alla fine, dopo aver scoperto che anche con la parrocchia e la scuola ideali la famiglia non ha potuto trovare la pace, si sono accontentati con una situazione che corrisponde a quella che il papà definiva come “la media”.

Tempo fa nei mezzi di comunicazione vi furono tante notizie di un’abbadessa che ha rinunciato non solo al suo ufficio ma anche alla vita consacrata, citando come spiegazione dei dubbi che aveva in materia di fede. Credo giusto il silenzio o la reticenza con cui l’ex-abbadessa cercava di avvolgere la sua partenza dal monastero. I dubbi e il silenzio corrispondono mi pare al dramma di Zaccaria che non voleva credere il messaggio dell’arcangelo di un’inaspettata gravidanza per lui e la sua sposa Elisabetta. Secondo me, questa reticenza, coperta per la parola dell’angelo con silenzio fino alla nascita di Giovanni, potrebbe essere la tragedia di molti nella Chiesa di oggi. Molti non riconoscono o negano non solo la volontà di Dio nei loro riguardi, ma respingono la scelta di Dio di portare la salvezza al mondo grande attraverso di loro, i più piccoli come sono.

In quest’anno giubilare per il monastero bisogna festeggiare con gusto! Siete al centro del piano di Dio per la salvezza del mondo. Vediamo e crediamo questo fermamente alla luce dei grandi avvenimenti della Visitazione che la Chiesa celebra proprio oggi. Rallegratevi!

“Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.”


Sia lodato Gesù Cristo!




Sunday, May 14, 2017

Coming Home


On May 13 this old man was able to step over the threshold, if I might just say it so, into a new and beautiful world anchored in the 1962 Roman Missal. Certainly, one could ask why it took me so long, known as I am to be a firm supporter of restoration as the only way to seriously address the question of organic development in liturgy, but here I am... finally over the threshold.

All I want to do is thank for all the gentle and profoundly respectful nudging which helped me across. 

If Divine Worship is to be for us fons et culmen, it has to be that, which means it must be set in a life, as the Council would say leading to and flowing from the Holy Sacrifice of the Mass. 


PROPERANTES ADVENTUM DIEI DEI



Centennial Fatima Pilgrimage - Orbe

Au centenaire de Notre-Dame de Fatima,
Sainte Marie, Mère de Dieu,
Porte d'accès à son Fils Jésus,
le Chemin, la Vérité et la Vie, qui va vers le Père
5ème Dimanche de Pâques à Orbe, 14 mai 2017

Ac 6:1-7  - 
1 P. 2:4-9  - 
Jn 14:1-12

Je dois confesser que je suis très content de pouvoir célébrer la messe ici à Orbe au mois de mai en cette année du centenaire des apparitions à Fatima. Ici en Suisse notre fête coïncide avec la fête des mères ! Célébrons alors la Mère de Dieu, la Vierge Marie, notre Mère céleste et confions-lui nos mamans, encore vivantes ou déjà décédées !

    « Thomas lui dit : « Seigneur, nous ne savons pas où tu vas. Comment pourrions-nous savoir le chemin ? » Jésus lui répond : « Moi, je suis le Chemin, la Vérité et la Vie ; personne ne va vers le Père sans passer par moi. »

Notre foi catholique est christocentrique, centrée sur la personne et l'œuvre de Jésus, le Fils unique du Dieu vivant et le Sauveur du monde. C’est Jésus, qui par sa mort sur la croix et sa glorieuse résurrection a vaincu le péché et la mort, c’est Lui, Jésus qui est le Roi de l’Univers.

Notre porte d’accès à ce mystère de Jésus, Lui qui est le chemin vers le Père, c'est Marie, sa Mère. Jésus se rend accessible à nous à travers Marie, Mère de Dieu, qui, par le don de Jésus sur la Croix, est aussi notre Mère et, comme l'enseigne le Concile, la Mère de l'Eglise. Aujourd'hui nous célébrons un jubilé très spécial, attaché à la maternité de Marie, qui est apparue il y a cent ans à Fatima, au Portugal, à trois enfants, deux filles et un garçon.

Le monde d'aujourd'hui semble parfois trop bouché et il a donc grandement besoin du message de Fatima. Nos adultes particulièrement ont besoin de considérer les messages reçus par trois enfants à Fatima, de la part d’une femme très belle, qui bientôt disparaissait à leurs yeux. Notre église catholique aujourd’hui doit connaitre mieux la vérité qu'au centre de tout ce qui est vital pour le salut du monde se trouve le cœur d’une femme, le cœur immaculé de Marie, qui non seulement attire et émeut, mais qui commande. Depuis cent ans Fatima souligne admirablement ce qu'il y a d'essentiel dans l’histoire de notre salut en Christ et par l’église, épouse du Christ.

« Moi, je suis le Chemin, la Vérité et la Vie ; personne ne va vers le Père sans passer par moi. »

Plus que jamais, aujourd’hui il y a des gens qui rejettent Jésus, notre unique espérance pour l’éternité. Nous voyons cela par le fait qu'on rencontre toujours encore des gens qui, avec une certaine obstination, tournent le dos à Marie. Certains d'entre eux prétendent être spirituel ou religieux, mais ils refusent de se plier, d'incliner la tête dans une vénération filiale envers l'Eglise qui présente fidèlement la doctrine de Marie, l'Immaculée.

Ils s’opposent à la haute culture représentée par la belle dame de Fatima. Par manque d'amour pour la Mère, et donc pour l'Église de Dieu, ils n'ont pas de temps pour le Fils, l’unique Sauveur du monde.

Cent ans après les événements de Fatima, je voudrais simplement dire qu'il est plus important que jamais de regarder ces enfants en face. Deux d'entre eux sont canonisés et présentés à la vénération de l'Eglise universelle maintenant, à l'occasion du pèlerinage du Pape au Portugal. Petits et pauvres ils nous rappellent que les relations interpersonnelles, familiales, la vie du cœur, est ce qui mène à Dieu, Dieu tout-puissant et éternel qui nous sauve tous et chacun, par son Fils, né de la Vierge Marie dans la grotte de Bethléem.

C’est ainsi dans l’église et ce fut toujours ainsi. De grandes choses proviennent souvent de la bouche des petits. Plus d’un millénaire avant les apparitions à Fatima, le grand St-Augustin dans ses confessions a attribué à un enfant l'impulsion décisive pour sa conversion au christianisme. Dans un moment de crise, St-Augustin a entendu un enfant fredonner en latin : “tolle, lege, tolle, lege” prends et lis ! Immédiatement Augustin a ouvert la lettre de Saint Paul aux Romains. Il a lu seulement deux versets (13,13-14) : «Conduisons-nous honnêtement, comme on le fait en plein jour, sans orgies ni beuveries, sans luxure ni débauches, sans rivalité ni jalousie, mais revêtez-vous du Seigneur Jésus Christ ; ne vous abandonnez pas aux préoccupations de la chair pour en satisfaire les convoitises». Le message de Fatima appelle à la conversion non par la voix autorisée du Pape, ou d’un archevêque ou même d’un curé, mais avec des mots qui sont confiées à trois enfants par une belle dame, Notre-Dame de Fatima !

Le défi de notre temps est de trouver Dieu, éternel, vivant et vrai, même dans ce qui est réputé infantile, dans ce témoignage radical de la volonté de Dieu pour le monde qui nous est communiqué par le cœur de la Vierge Marie. Il s'agit d'une culture moins institutionnelle, mais plus vitale, que l'Eglise doit récupérer pour elle-même par l'identification avec Marie Mère de Dieu. Que Dieu nous aide à ouvrir notre cœur au message de Fatima, aux impulsions du Saint-Esprit pour l'Eglise de notre temps !                                       

Loué soit Jésus Christ ! 




Saturday, May 13, 2017

Centennial Fatima Pilgrimage - Fischingen

Hundertjahrfeier Fatima Erscheinungen
Fischingen Wallfahrt - Pontifikalamt
13. Mai 2017

Offb 12, 1, 5-14 und 15-16
Joh 2, 1-11


„O Maria, ohne Sünde empfangen, bitte für uns, die wir unsere Zuflucht zu dir nehmen“

Fatima! Hundert Jahre später pilgern wir nach Fischingen! Sehr schön! Ich bete darum, dass für alle, die heute hier anwesend sind, unsere Pilgerfahrt eine Gelegenheit zu grosser Freude sei, dass wir heute hier in Fischingen eine Gemeinschaft und eine Familie bilden. Ich bete darum, dass der heutige Tag für alle ein Segen und eine Stärkung unseres Glaubens wird in Christus, dem Herrn. Er liebt uns innig und er gibt uns ein Zeichen und ein Beweis seiner Liebe durch seine Mutter, die Jungfrau Maria, unsere himmlische Mutter.

Wir haben soeben im Evangelium gehört, dass der Anstoss zum Wunder bei der Hochzeit zu Kana von der Mutter Gottes ausgegangen ist. Maria hat die Initiative ergriffen und ihren Sohn ermutigt, so sein öffentliches Wirken zu beginnen, um sich auf diese Weise als Messias zu offenbaren, als Christus, der von Gott zu unserem Heil Gesalbte.

„Und da der Wein ausging, sagte die Mutter Jesu zu ihm: Sie haben keinen Wein mehr.“
„Da sagte seine Mutter zu den Dienern: Was immer er euch sagt, das tut!“

Wie wir vom Evangelium lernen können, so auch ist Fatima zu verstehen als eine Konfrontation mit dem grossen Geheimnis unseres Lebens in dieser Welt: die Gegenüberstellung im Leben zwischen der absoluten Wahrheit und der menschlichen Freiheit, die ihre eigentliche Fülle in der Wahrheit findet. Die Tatsache, dass die Wahrheit nicht von unserem Willen abhängt, schränkt die wahre Freiheit des Menschen nicht ein. Die Gebote Gottes schränken uns als Person nicht ein, sondern sind Wege zu unserer wahren Menschwerdung. In der Erscheinung der Jungfrau in Fatima gibt es Forderungen, aber gleichzeitig sieht man darin auch etwas Geheimnisvolles und Unverbindliches in dem zurückhaltenden Bild seitens der wunderschönen Dame den drei Kindern gegenüber. Gleichzeitig gibt es in Fatima etwas des einzigartig Absoluten und Göttlichen im Sonnenwunder, das von zehntausenden von Menschen in der Cova da Iria am 13. Oktober vor hundert Jahren bezeugt worden ist. Das Liebenswürdige und das Unverwechselbare haben der Würde und Freiheit der beteiligten Personen nichts geraubt, und vor allem nicht den drei Sehern von Fatima.

„Ein grosses Zeichen erschien am Himmel: Eine Frau, mit der Sonne umkleidet, der Mond unter ihren Füssen und auf ihrem Haupt eine Krone von zwölf Sternen.“

Wenn ich euch heute eine Botschaft bringen soll, etwas, das ich euch mitteilen möchte, so dieses: Fatima enthält einen Schlüssel zum Verständnis einer zweifachen Dimension oder Dynamik im Schoss der Familie: einerseits im Blick auf das Apostolat der Eltern ihren Kindern gegenüber, die sie in Liebe und Gerechtigkeit erziehen sollen, und auf der anderen Seite von der Mission im Dienste Jesu, des einzigen lebendigen und wahren Gottes, im Blick auf die Kinder auch im zarten Alter. Die heutige Heiligsprechung von Francisco und Jacinta Marto durch Papst Franziskus zu Heiligen der weltweiten Kirche spricht zu uns von unserer menschlichen Würde, die bereits in Kindertagen besteht. Durch den in Fatima freiwillig übernommenen Auftrag werden auch die Kleinsten zum Spiegelbild der gleichen Dynamik von Kana, wo der inzwischen erwachsene Jesus dennoch auf seine Mutter hört.

Wir wissen aus der Geschichte der drei Kinder, die die Muttergottes in Fatima gesehen haben und zu Botschafter für die Welt geworden sind, dass sie den Drohungen der Erwachsenen widerstehen mussten, oder sagen wir es klar, den Drohungen der Anhängern des Drachen, der alten Schlange, von Satan, dem Teufel, widerstehen mussten. Zu unserer Freude und unserem Trost wurde ihr Gehorsam schon damals durch Ereignisse gekrönt, die unserer Welt neue Erkenntnis über die Schwere der Sünde, der wahren Bedrohung durch das Fegefeuer, für jene, die sich nicht bereuen und bei Maria Zuflucht suchen.

Die Mutter Jesu wusste, dass es bei der Hochzeit zur Freude aller Festteilnehmer nicht an Wein fehlen darf. Was genau Maria von ihrem göttlichen Sohn erwartete, als sie ihm das Problem vorgelegt hat, dass es keinen Wein mehr zum Trinken hat, wissen wir nicht. Wir sehen aber das Resultat des geretteten Festes, das noch fröhlicher wurde. Vielleicht wäre es nicht falsch zu sagen, dass wir über das Verhältnis zwischen Jesus und Maria von Fatima wenigstens auch nicht kennen. Aber wir wissen auch, dass die Unbefleckte Muttergottes Maria in die Geschichte eingegriffen hat, nicht nur um einer von Kriegen und Elend zerrissenen Welt Erleichterung zu verschaffen, sondern um von neuem wie in Kana die Hand ihres Sohnes zu offenbaren und um uns zu ihm, dem wahren Gott zu führen.

Heute feiern wir hier in Fischingen. Unsere Freude hängt nicht so sehr vom Essen und Trinken nachher ab, sondern von der Tatsache, dass wir in der Gesellschaft von Maria und Jesus sind. So war es damals zu Kana in Galiläa.

„In jener Zeit fand zu Kana in Galiläa eine Hochzeit statt, und die Mutter Jesu war dort. Auch Jesus und seine Jünger waren zur Hochzeit geladen.“

Wie Maria so müssen auch wir immer unsere Zuflucht zu Jesus im Schoss seiner Kirche nehmen. In dieser Gesellschaft geht es uns immer gut. So ist es würdig und recht!

„O Maria, ohne Sünde empfangen, bitte für uns, die wir unsere Zuflucht zu dir nehmen“