La Festa della Visitazione della Beata
Vergine Maria
Nell’anno del XXV di fondazione
del Monastero Santi Francesco e Chiara
di Cademario
31 maggio 2017
Zep 3:14-18a
Rom 12:9-16
Lk 1:39-56
Sia lodato Gesù Cristo!
“E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del
Signore".
Credo che si può dire che un
giubileo d’argento rappresenta una specie di conferma o verifica, nel vostro
caso, del beneplacito, del favore di Dio nell’avventura intrapresa dalle
Clarisse qui un quarto secolo fa. Si! Dopo 25 anni possiamo dire che Dio lo ha
voluto questo nuovo monastero! Anche se dicendo una cosa del genere dobbiamo
tremare un poco. Diciamolo pure con timore nella Festa della Visitazione, che offre
un contesto interessante ed utile per riflettere sulla centralità di noi altri nel
piano divino per cui si serve dei suoi piccoli o nel vostro caso, delle sue
piccole ancelle, "L'anima mia
magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha
guardato l'umiltà della sua serva…” Si, anche in questo monastero e nei
suoi 25 anni di vita, al centro si vede il ruolo chiave delle piccole serve per
il bene del mondo, cioè il vostro ruolo al centro del piano di Dio per la
salvezza del mondo al di là della clausura.
“Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a
cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo
alta di voi stessi.”
Così dice San Paolo ai Romani.
Se vogliamo che l’opera sia del Signore, se vogliamo che la cosa prospera, che cresca
all’onore di Dio e per la salvezza della gente vicina e lontana, dobbiamo
piegarci. Parlando dell’umiltà delle sue serve, si tratta della virtù che ha
fatto grandi le piccole donne di tutti i tempi nella Chiesa, donne come Chiara
di Assisi o la sua figlia spirituale, Sant’Agnese di Boemia. Il vero centro dinamico
del nostro mondo cristiano si svela nel nascondimento. Il giardino chiuso del
monastero, la fontana sigillata è il vero centro del mondo e non la piazza
pubblica, l’Areopago. La vera opera di Dio si svolge piuttosto a Nazareth, in En
Karim, a Betlemme. Quello nascosto dal grande pubblico è il vero palcoscenico
delle grande cose di Dio nel Suo Figlio Gesù.
Il gioioso mistero della
visitazione inquadra forse meglio di qualsiasi altro avvenimento il nostro
ruolo nel piano di salvezza. Ancora e per sempre abbiamo nella testimonianza di
Santa Thérèse de Lisieux chiarezza circa l’unica cosa di importanza nella vita di
una persona battezzata e per forza nella vita di una suora di clausura. Per
quanto può sembrare un controsenso, il dialogo tra Maria, Madre del nostro Dio,
Gesù il Salvatore, e Sant’Elisabetta, madre di Giovanni, il Suo precursore, è
più che significante, cioè lo scambio tra queste due donne in presenza dei loro
figli non ancora nati è quello che conta in fin dei conti. In loro, in queste
due donne che hanno accettato la vocazione alla maternità fuori dal corso del
normale (Elisabetta, nonostante l’età avanzata, e Maria per la grazia dello
Spirito Santo), viviamo il pieno significato di una vocazione divina. In queste
due donne, noi vediamo l’umanità perfettamente realizzata nell’accogliere senza
riserve la loro vocazione.
"Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo
Dio in mezzo a te è un salvatore potente.”
Nel mondo anglofono dei blog
cattolici oggi, si parla molto di quello che si chiama “The Benedict Option” (l’opzione di Benedetto), titolo di un libro
di un giornalista americano. Sovente il libro è interpretato come una ricetta fuga mundi per laici, per sottrarsi dal
mondo di oggi e stabilire casa per la famiglia nei pressi di un monastero. Per
diversi motivi, sono in molti quelli che non credono giusta o adeguata la cosiddetta
opzione di Benedetto, cioè per laici sposati di sottrarsi da questo mondo
secolarizzato per guadagnare il cielo per se stessi e per i loro figli. In
effetti, è anche vero che il nascondersi, il sottrarsi dal mondo esteriore non
porta con se per forza quel raccoglimento quel incentrarsi su Dio che potrà
salvare.
Ho sentito la testimonianza di
una giovane famiglia che in pochi anni di matrimonio ha cambiato casa sette
volte nella ricerca della parrocchia e della scuola cattolica ottimale per dare
ai loro figli le migliori possibilità per crescere nella fede. Adesso che si
sono rasserenati, i genitori concedono che questa avventura è stata piuttosto
disperata e non di Dio. Alla fine, dopo aver scoperto che anche con la
parrocchia e la scuola ideali la famiglia non ha potuto trovare la pace, si
sono accontentati con una situazione che corrisponde a quella che il papà
definiva come “la media”.
Tempo fa nei mezzi di
comunicazione vi furono tante notizie di un’abbadessa che ha rinunciato non
solo al suo ufficio ma anche alla vita consacrata, citando come spiegazione dei
dubbi che aveva in materia di fede. Credo giusto il silenzio o la reticenza con
cui l’ex-abbadessa cercava di avvolgere la sua partenza dal monastero. I dubbi
e il silenzio corrispondono mi pare al dramma di Zaccaria che non voleva
credere il messaggio dell’arcangelo di un’inaspettata gravidanza per lui e la sua
sposa Elisabetta. Secondo me, questa reticenza, coperta per la parola
dell’angelo con silenzio fino alla nascita di Giovanni, potrebbe essere la
tragedia di molti nella Chiesa di oggi. Molti non riconoscono o negano non solo
la volontà di Dio nei loro riguardi, ma respingono la scelta di Dio di portare
la salvezza al mondo grande attraverso di loro, i più piccoli come sono.
In quest’anno giubilare per il
monastero bisogna festeggiare con gusto! Siete al centro del piano di Dio per
la salvezza del mondo. Vediamo e crediamo questo fermamente alla luce dei
grandi avvenimenti della Visitazione che la Chiesa celebra proprio oggi.
Rallegratevi!
“Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di
generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo
temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei
pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli
umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.”
Sia lodato Gesù Cristo!
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