Pentecoste - Cresime
Atti 2: 1-11
Rm 8: 8-17
Gv. 14: 15-16.
23-26
Venuto quel
fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva
parlare la propria lingua.
E se siamo
figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente
partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
“Se mi amate,
osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro
Consolatore perché rimanga con voi per sempre.”
Pentecoste! Il Sacramento della Cresima!
Ho ricevuto la Confermazione con l’età di 10 anni e una
mia sorella con 9 anni. Questo è successo in parte perché il vescovo veniva
nella nostra parrocchia solo ogni due anni. Siamo stati preparati con impegno
in mezzo alle altre lezioni alla scuola parrocchiale. Eravamo fortunati, direi,
in paragone con la situazione di oggi dove molti non ricevono più il sacramento.
Forse perciò sia meglio essere cresimato giovanissimo? Non saprei dirvi. Una
cosa però è certa: 55 anni fa abbiamo sperimentato il sacramento come dono
gratuito di Dio a noi attraverso le ministrazioni della Sua Chiesa. Con questo,
voglio solo dire come la Chiesa intende la Confermazione, cioè che va percepito
tale quale come la Festa di Pentecoste.
Pentecoste è il punto di arrivo della storia di salvezza.
La Croce e la Risurrezione di Gesù è la nostra liberazione dal vecchio nemico
dell’umanità, dal diavolo, dal peccato e dalla morte per sempre. Come il
Signore Risorto insegnava ai suoi, mancava solo l’invio dello Spirito Santo, la
pienezza della vita trinitaria, la nostra intimità con Dio che ci ama, Padre,
Figlio e Spirito Santo. Pentecoste, come il Sacramento della Confermazione, è
un momento di pienezza nella vita di ogni persona battezzata.
Si parla spesso della festa di oggi come il compleanno
della Chiesa; oggi sì, la Chiesa è nata; la nuova creazione per l’invio dello
Spirito Santo è oggi comparsa sulla scena della storia. Oggi la grazia del
battesimo nella morte e risurrezione di Cristo è confermata in noi per lo
Spirito Santo che dà la vita; Cresima/Pentecoste è grazia di Dio, grazia pura, è
Dio che fa dono di se stesso a noi e senza qualifica. In questo senso, il
Sacramento della Confermazione esiste non solo per rafforzare la nostra fede,
per incoraggiarci di vivere nella virtù, nell’osservanza dei comandamenti, ma,
per vero, per scatenare qualcosa! Si tratta non solo del rafforzamento nel
singolo cristiano della grazia che ci salva. La grazia indelebile della
Confermazione è conferita per estendere attraverso di noi questa grazia dello
Spirito Santo ai confini della terra!
Nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica si
legge:
“265. Qual è il
posto della Confermazione nel disegno divino della salvezza? (1285-1288; 1315)
… Tutta la vita
e la missione di Gesù si svolgono in una totale comunione con lo Spirito Santo.
Gli Apostoli ricevono lo Spirito Santo nella Pentecoste e annunziano «le grandi
opere di Dio» (At 2,11).
Essi comunicano ai neo battezzati, attraverso l'imposizione delle mani, il dono
dello stesso Spirito. Lungo i secoli la Chiesa ha continuato a vivere dello
Spirito e a comunicarlo ai suoi figli.”
“268. Qual è
l'effetto della Confermazione? (1302-1305; 1316-1317)
L'effetto della
Confermazione è la speciale effusione dello Spirito Santo, come quella della
Pentecoste. Tale effusione imprime nell'anima un carattere indelebile e apporta
una crescita della grazia battesimale: radica più profondamente nella filiazione
divina; unisce più saldamente a Cristo e alla sua Chiesa; rinvigorisce
nell'anima i doni dello Spirito Santo; dona una speciale forza per testimoniare
la fede cristiana.”
Pentecoste ed il nostro compito cresimale!
La Cresima apre la porta ai due sacramenti vocazionali:
al matrimonio e al sacerdozio. Il sacerdote rende presente Gesù, soprattutto
attraverso l’amministrazione dei sacramenti: Eucaristia, Penitenza, Unzione
degli Infermi. L’altro sacramento vocazionale, il matrimonio è soprattutto, per
la grazia di Dio, testimonianza all’amore di Dio che non muore e non cede, e
che accoglie figli nel grande mistero della presenza divina nell’intimità di
casa.
Non v’è sul calendario liturgico un’altra festa o
solennità così incentrata sul compito evangelizzatore della Chiesa come
Pentecoste. L’inizio della missione apostolica di portare Gesù Risorto e
Vittorioso al mondo parte dal cenacolo a Gerusalemme, dalla stanza dove il
Signore, prima della sua morte in Croce, ha istituito l’Eucaristia ed il
Sacerdozio ministeriale. La prima proclamazione del Vangelo si prepara lì con
giorni intensi di preghiera dei discepoli attorno alla Madre di Dio. La
catechesi post-pasquale condotta dal Signore Risorto nei quaranta giorni prima
della sua Ascensione al Cielo trova il suo approfondimento, la sua ricezione
nella novena di preghiera pre-pentecostale. Il promesso Spirito Santo fa il
resto nei cuori dei discepoli e rende fruttificante la predicazione di S.
Pietro: Venuto quel fragore, la folla si
radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria
lingua.
La nostra fede, il
nostro messaggio al mondo, l’esperienza nostra pentecostale di salvezza in
Cristo, la salvezza dal peccato e dalla morte eterna, non è una dottrina oscura
ricavata da scritti bisognosi di decifrazione. È in primo luogo qualcosa che si
vive per necessità a casa, nell’intimità della famiglia che prega. Nel Cenacolo
(sia di famiglia, sia di parrocchia) all’intimità di preghiera giunta a quella
della Vergine Madre, lo Spirito Santo irrompe sulla scena di questo mondo con
fragore e chiarezza: ciascuno li sentiva
parlare la propria lingua. Il piano
divino prevede il primo incontro con il suo amore per noi proprio in famiglia.
Anche a casa, sì, è l’opera di Dio fatta in noi attraverso lo Spirito Santo che
irrompe nella storia in seguito alla vittoria di Cristo, per volontà di Dio
Padre.
Ci manca poco, per vero, in questo nostro mondo di oggi
per far scoppiare la Pentecoste nelle nostre famiglie e società, ma ohimè, quel
poco è l’essenziale, cioè: la comunione di vita e preghiera con la Madre di
Dio; il pentimento, secondo il caso con le acque del Battesimo e per chi dopo
il Battesimo è ricaduto nel peccato con le lacrime della penitenza, con il
Sacramento della Riconciliazione. Il vero senso è proprio quello di ritrovare
quel filo attraverso la preghiera e la penitenza che ci riconduce alla nostra
chiesa parrocchiale e alla propria camera a casa nostra, che devono essere luoghi
intimi dove in compagnia con Maria Vergine possiamo preparare cuore, occhi ed
orecchi, per l’irrompere di quel fragore che ha lanciato la buona novella in
tutto il mondo.
La mondanità, la vacuità del nostro quotidiano si
trasformi attraverso la preghiera mariana, attraverso la perseveranza in attesa
di quel fragore che preannuncia l’arrivo del Figlio dell’Uomo sulle nubi del
cielo. Prego soprattutto per voi, cresimandi, ma per noi tutti confermati nella
grazia di Dio, che possiamo giocare anche la nostra parte nello scatenamento
dello Spirito per la salvezza del mondo.
PROPERANTES ADVENTUM DIEI DEI
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.