Sunday, October 6, 2019

Intercessory Prayer with Mary from the Heart of the Church




27ª Domenica in Tempo Ordinario
6 ottobre 2019 - Cademario
Hb 1:2-3; 2:2-4
2 Tm 1:6-8, 13-14
Lk 17:5-10

Sia lodato Gesù Cristo!

“Gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.”

 L’altro giorno ho ricevuto per posta dalla segreteria di uno dei nuovi cardinali, creati nel concistoro del 5 ottobre, un santino che riproduce un nuovissimo quadro, fatto quest’anno ma sempre nello stile classico, dipinto in olio dall’artista Raúl Berzosa. È un immagine di San Pietro Claver (nato in Spagna nel 1580 – morto in Colombia nel 1654). Si legge in alto sul quadro il titolo in spagnolo: “lo schiavo degli schiavi”. Il quadro ha la sua bellezza e dignità – mi piace. Rende bene l’essenziale della vita del santo, cioè il profondo amore del missionario spagnolo per gli schiavi africani in Colombia di cui nei suoi 40 anni di ministero, egli personalmente ha battezzato 300.000.

La fede di San Pietro Claver ha ispirato in lui dei sacrifici eroici in favore degli schiavi nelle loro necessità e sofferenze. Ma soprattutto la sua fede era motivo del suo sforzo a portarli al Battesimo, per guadagnarli per la fede Cattolica, cioè per la loro salvezza eterna. Temo che quel tipo di zelo è piuttosto raro oggi. Non voglio dire che non ve ne sono persone generose nel mondo e nella Chiesa, che vogliono aiutare gli altri a campare bene nella vita o a vivere meglio materialmente, ma piuttosto che lo zelo per la casa di Dio e per il Suo regno sembra insufficiente.

La migrazione oggi di tanta gente anche verso Europa ha paralleli con il traffico degli schiavi ai tempi di San Pietro Claver. Purtroppo troppo spesso il discorso attorno alla migrazione verso Europa si limita ai termini dell’accoglienza incondizionata delle persone non tanto differenti dagli schiavi africani catturati nei loro paesi di origine e portati contro la loro volontà nelle Americhe. Fu allora un discorso cinico di guadagno economico per pochi sulle spalle dei molti innocenti. Il tratto degli schiavi ha fatto poco o nulla per lo sviluppo integrale del Mondo Nuovo.

In questo discorso si vede la natura e missione della Chiesa in fedeltà alla volontà divina attraverso la vita del santo. San Pietro Claver non aveva la possibilità di cambiare il discorso geopolitico ed economico dei suoi tempi, ma ha fatto quello che poteva per dare l’essenziale alle vittime dello schiavismo: la compassione cristiana e la proposta della vera fede attraverso il sacramento di Battesimo, spesso conferito al momento della morte di queste persone. 300.000!

E oggi? Si, bisogna proprio supplicare il Signore! "Aumenta la nostra fede!" Sentiamo grandi discorsi circa i nostri doveri verso quelli meno fortunati e quasi sempre in tono umanitario, ma senza riferimento alla nostra tradizione Cattolica. In un senso ci troviamo non meno impotenti a cambiare lo status quo sociale che fu San Pietro Claver ai suoi tempi. Come lui, però possiamo attingere alle fonti della nostra fede, aprendo i nostri cuori alla luce dello Spirito Santo, accogliendo impulsi per fare la cosa giusta, dando ai nostri confratelli nella fede e a persone di buona volontà motivo per rendere grazie a Dio onnipotente ed eterno.

“Gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.”

Dalla sua azione missionaria non si vedono indizi di come il santo ha influenzato il suo mondo in bene nei confronti del gran male del tratto degli schiavi. La schiavitu’ ha resistito come fattore maggiore nell’economia occidentale per ben oltre 200 anni dopo la morte di San Pietro Claver. Ciononostante possiamo parlare di lui come oggi si parla di Madre Teresa di Calcutta, entrambi giganti della carità di Cristo nella storia. Mi permetto di esprimere una preferenza per la vita dello schiavo degli schiavi, cioè di mettere in rilievo la testimonianza di San Pietro Claver, in particolare l’urgenza con cui con poco insegnamento impartito in fretta agli schiavi egli ha proceduto al battesimo di quelli in pericolo di morte.

Con questo non pretendo di promuovere un apostolato limitato al Battesimo dei migranti che arrivano spesso totalmente indifesi qui in Europa. No! Voglio invece dire qualcosa della priorità per le cose dello spirito che manca e che dobbiamo riscoprire nella nostra vita. Non posso entrare nella questione se questo potrà iniziare un apostolato di Battesimo. Prendo un esempio forse meno controverso. Prendo l’esempio della preghiera intercessoria nella nostra vita. Voglio dire la nostra preghiera per gli altri vivi e morti, raccomandandoli alla misericordia di Dio, chiedendo il favore divino per loro.

Ho avuto un esempio di questa priorità data alla preghiera proprio ora e qui in Svizzera attraverso un mio contatto con gli organizzatori, tutti laici cattolici, di un movimento chiamato in inglese Rosaryaround Switzerland (Il Rosario in tutta la Svizzera) è un evento di preghiera cattolica di intercessione, basato sul rosario, che si è svolto nelle chiese e nelle istituzioni cattoliche in tutta la Svizzera oggi domenica 6 ottobre 2019. Cioè, è stato organizzato in oltre 130 chiese cattoliche dappertutto nella Svizzera in questa domenica all’inizio di ottobre, il mese per tradizione dedicato alla preghiera del Santo Rosario.

In altri paesi, sia di Europa sia altrove, nel giorno di Fatima, il 13 ottobre, si farà altrettanto per il rispettivo paese. Qui oggi in Svizzera si chiede alla Madonna di portare le nostre preghiere a suo Figlio Gesù con tre semplici intenzioni, pregando: per il paese, nel nostro caso per la Svizzera, poi per tutta la gente della Svizzera e, terzo, per tutti i popoli di tutto il mondo. Si prega il Santo Rosario insieme in chiesa senza specificare oltre, affidando tutto alla nostra Madre Celeste, sapendo che saprà molto meglio di noi come usare ed applicare i benefici delle nostre preghiere. Come dicono gli organizzatori sul loro sito internet: “Affidiamo tutto a Maria e lasciamo a lei quali saranno i frutti di queste preghiere. Cercheremo di essere più simili ai bambini.”

Punto su questo esempio dell’iniziativa svizzera di pregare come comunità il Rosario come chiara sfida alla nostra mancanza di fede. Come San Pietro Claver ha fatto il suo meglio in Dio portando gli schiavi alla vita in Cristo attraverso le acque di Battesimo, come anche noi possiamo migliorare la sorte del nostro mondo affidandolo in preghiera per intercessione della Madre di Dio al Figlio Dio, nostro Salvatore. Invito tutti a riscoprire il Santo Rosario e la preghiera di intercessione come pietra d’angolo di quanto possiamo fare per gli altri.

"Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.”

Tutto è possibile per chi ama Dio e senza affidamento alla volontà divina attraverso una vita intensa e costante di preghiera non vi è prova del cuore che ama Dio.

Sia lodato Gesù Cristo!


PROPERANTES ADVENTUM DIEI DEI



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