33ª Domenica
in Tempo Ordinario
S. Messa con
la Cresima
Chiuro - 16
novembre 2019
Mal 3:19-20a
2 Tess 3:7-12
Lc 21:5-19
Sia lodato Gesù Cristo!
Trovo
interessante e forse anche in un certo senso una non piccola sfida parlare
della Confirmazione nel contesto di questa, la penultima domenica dell’anno
liturgico. Domenica fra una settimana è già Cristo Re e poi il 1° dicembre sarà
la prima domenica di Avvento e l’inizio di un altro anno nel Signore!
Oggi nella Chiesa Universale ci
tocca di riflettere sulle prove che dobbiamo per forza affrontare nella vita. È
un tema non facile anche nel contesto normale della parrocchia. E qui mi trovo
quasi costretto di parlare della Cresima in questi termini, cioè di riflettere
un poco con voi su questo sacramento come un appello di non fare marcia
indietro, di non sottrarsi dalle prove della vita cristiana. La celebrazione
del Sacramento della Confirmazione ci sia per tutti noi, come battezzati, un
invito di dare testimonianza nella nostra vita quotidiana a Gesù, nostro
Salvatore e nostra unica Speranza.
“Ecco
infatti sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi
e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia;”
La nostra
vita in questo mondo, come persone battezzate in Cristo e nella Sua Croce, è
una vita tutt’altra che pacifica. A fianco di Gesù dobbiamo lottare contro il
male e per la nostra vita in Dio. Abbiamo bisogno di sostegno davanti alle
prove che ci vengono addosso; abbiamo tanto bisogno della grazia di Dio!
L’altro giorno, stavo leggendo
un piccolo libretto che spiegava tra l’altro l’importanza di chiedere la
Confirmazione per bambini e giovani in pericolo di morte. Si trattano, sì, di
casi limite, cioè del dovere di confirmare sacramentalmente persone in pericolo
di morte che non sono ancora cresimati. Il motivo per amministrare il
sacramento in questi casi non è solo per completare la loro iniziazione
cristiana. Il sacramento della Cresima va chiesto per loro, quale sostegno
nella prova di malattia o per il caso di un grave incidente che lascia il
piccino in fin di vita. Questo caso limite getta luce sul senso del Sacramento quando
regolarmente conferito dal vescovo, cioè, anche parlando della Confirmazione per
i nostri cresimandi qui in chiesa oggi. Ci spiega perché noi, pochi o molti
anni fa, siamo stati confermati per l’imposizione delle mani del vescovo con
preghiera, ricevendo il sacro Crisma sulla nostra fronte con le parole: “Ricevi
il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono.” Sigillati per che cosa? Proprio per la
battaglia, perché in questa vita, in questa valle delle lacrime, ci troviamo in
pericolo mortale!
“Mettetevi
bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e
sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né
controbattere.”
Devo
concedere che non sembra giusto pensare alla vita nostra come Cattolici come se
fosse una cosa per forza contrastata o conflittuale. Se godiamo la benedizione
di Dio in questa vita, perché non pretendere invece un poco di pace e magari
anche di prosperità materiale, un poco di soddisfazione professionale e
senz’altro interpersonale nei nostri rapporti familiari e sociali? Non sarebbe
meglio poter pensare alla Cresima semplicemente come una specie di benedizione,
senza riferimento a delle prove, cioè semplicemente come un passo avanti verso
il cielo sulle vie di questa vita?
Sorry!
No! Gesù nella Sua Chiesa ci ha dato il sacramento del dono dello Spirito Santo
per rafforzarci per la battaglia contro il male e insieme con Dio in Cristo di
sforzarci verso la gloria del mondo che verrà. Purtroppo, non sono pochi i
Cattolici che non capiscono così la vita cristiana. Per via di esempio: La mia
esperienza come ministro ordinario della Cresima in questi ultimi anni in
Svizzera, dopo la Messa al rinfresco o davanti alla chiesa, mi ha confrontato a
volte con l’una o con l’altra nonnina che protestava contro l’idea che la bella
vita della sua nipotina o del suo nipotino doveva essere contrassegnata dalla
lotta accanto a Cristo contro il maligno. Stranamente, anche persone credenti possono
illudersi circa la vera natura della nostra vocazione battesimale.
“Sarete
traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e
metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio
nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza
salverete le vostre anime.”
Cari
cresimandi! Voglio per voi nella vita solo la gioia: la vera e duratura gioia
in Cristo per voi, per le vostre famiglie, per questa famiglia parrocchiale. Ma
il godimento della vera gioia non si guadagna senza qualche sacrificio nella
vita.
Spesso si
parla del Sacramento della Confirmazione come prerequisito per i Sacramenti di
Vocazione, cioè per il Sacramento dell’Ordine (diacono, sacerdote o vescovo) e ancora
più sovente come prerequisito per il Matrimonio in chiesa. Normalmente
Cattolici capiscono che la vita ben vissuta del sacerdote implica per lui dei
sacrifici, ma le stesse persone pretendono qualcos’altra dal matrimonio.
Purtroppo si tende a mettere in rilievo il matrimonio come partenariato,
negando il suo valore come testimonianza cristiana. Va capito il senso della
Cresima come rafforzamento per la nostra vocazione come testimoni al Vangelo,
non importa se sacerdotale o matrimoniale. Importante è di capire che la vita
nostra in primo luogo non è un’allegra passeggiata attraverso i campi di fiori,
ma un camino verso alto vissuto sotto il segno della Croce.
Se passi
tempo con i mezzi di comunicazione sociali, come Facebook per noi vecchi o magari con Twitter, Instagram o
SnapChat per quelli più giovani, si incontra un certo pessimismo o ansia
davanti alla vita. Però, l’ansia o la malinconia non sono malattie solo dei
nostri giorni; una certa tristezza o diffidenza di fronte alle sfide di ogni
giorno esiste quasi da sempre nella storia. In Internet vi sono tanti che
giudicano i nostri tempi come i peggiori di tutti i tempi. Ma non sono. Si può domandare
lo stesso: Siamo davvero più vicini alle grandi prove o alla fine del mondo?
Direi di no! Forse la vita sia percepita così in senso negativo perché viviamo
più secolarizzati, senza preghiera, senza riferimento a Dio in Cristo come
centro della nostra vita.
Preghiamo
oggi per i nostri cresimandi e per noi stessi che il sigillo, il dono dello
Spirito Santo conferito nel Sacramento della Cresima, potrà ripetere nei nostri
cuori, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità il miracolo di Pentecoste!
Che possiamo per la grazia dello Spirito Santo portare la luce al mondo attorno
che ha tanto bisogno.
“Per voi invece, cultori del mio nome,
sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici.”
Sia lodato Gesù Cristo!
PROPERANTES ADVENTUM DIEI DEI
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